Capita talvolta che un creditore non possa recuperare il suo credito perché il debitore non ha beni di nessun genere: in altri termini è nullatenente.
Cosa può fare a questo punto un creditore per riavere il suo credito nel caso in cui un debitore non ha beni? Vedremo quindi nelle righe successive proprio se e come è possibile recuperare i crediti da un nullatenente.
E’ possibile il pignoramento ad un nullatenente?
Molti – ma forse non tutti – sapranno che il rimedio “per eccellenza” contro chi non paga i debiti è il pignoramento, ovvero l’atto con il quale ha inizio l’espropriazione forzata. Sono tre le tipologie di pignoramento esistenti:
– pignoramento di beni mobili (ad esempio gli arredi di casa),
– pignoramento di immobili (ad esempio case e terreni)
– pignoramento di crediti verso terzi (ad esempio stipendio, pensione,
conto corrente etc).
Se però il debitore è nullatenente, ossia è un debitore senza beni su cui
rivalersi, le cose cambiano e non poco: entriamo quindi nel cuore del nostro
articolo e vediamo se è possibile un recupero crediti da nullatenente.
Partiamo subito con un’amara presa di coscienza per il creditore: se il suo
debitore non ha nulla, l’unica cosa da fare è aspettare che il debitore stesso
possa risollevarsi dalla sua situazione, tramite – ad esempio – un lavoro o un’eredità.
In quel caso – ovvero nel caso il debitore sia tornato “solvibile” – il creditore
potrà ritornare ad avvalersi nel suo diritto, purché nel frattempo lo stesso non
sia caduto in prescrizione.
Per evitare che il credito cada in prescrizione ( sulla durata della medesima,
le fattispecie sono molteplici per cui invitiamo il lettore a fare un
approfondimento specifico) il creditore può inviare una tantum una diffida di
pagamento con raccomandata o con posta certificata.
A questo punto sembrerebbe proprio che il creditore che non può pignorare i
beni del debitore perché questi è nullatenente non abbia alcuna possibilità
di rivalersi del proprio diritto. In realtà, questo avviene se il debitore è in buona fede e quindi è realmente nullatenente, ma non sempre è così.
l’azione revocatoria
Non è così raro infatti che molta gente acquisti beni, intestandoli a membri
della famiglia o terzi per fuggire dalle proprie responsabilità. In tal caso la legge prevede – per tutelare il creditore – la possibilità di ricorrere ad altre forme “alternative” di pignoramento.
Un mezzo efficace in tal senso è la cosiddetta azione revocatoria, ovvero un procedimento legale da porre in essere se il creditore sospetta che il debitore abbia fatto il furbo e, per evitare di pagare il dovuto, si sia “liberato” dei beni di cui era intestatario.
Tale procedimento è previsto e disciplinato dall’art. 2901 c.c. e può essere
intrapreso, in modo che il giudice dichiari inefficaci nei suoi confronti quegli atti
di disposizione del patrimonio che il debitore ha messo in atto, proprio per recare danno alle ragioni del creditore.
Tale azione presuppone la mala fede del terzo intestatario del bene o dei beni,
ovvero bisogna dimostrare che l’accordo tra il debitore e il terzo sia di natura
dolosa, pensato cioè appositamente per truffare il creditore.
Altri strumenti, sempre in caso di debitore fraudolento, sono applicabili “presso
terzi” su beni o somme che il debitore avanza verso terzi ( parte dello
stipendio, quote societarie etc.).
L’Avvocato Luca Pompei è il CEO di Rescos SPA, uno studio di avvocati specializzato nel recupero crediti. La filosofia di Rescos è quella di offrire un servizio di recupero crediti completamente gratuito per il creditore, senza alcun costo aggiuntivo. Non ci sono spese di apertura pratica, nessuna percentuale sul credito recuperato e nessun anticipo richiesto.
Laureato con lode presso l’Università di Roma La Sapienza, si è immediatamente orientato verso la professione forense dopo il percorso universitario. Abilitato all’esercizio della professione forense all’età di 26 anni, l’Avv. Luca Pompei offre consulenza legale in vari ambiti del diritto civile e commerciale.
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